
Quando cala la sera, Pt.1: un dialogo tra luce e ombra
C’è un istante magico, sospeso tra il giorno e la notte, in cui il cielo si tinge di sfumature delicate e il mondo sembra rallentare. È proprio questo attimo che Philipp Maria Rosenberg cattura in Quando cala la sera, Pt.1, un brano che si snoda come una narrazione intima tra le dita del pianista. La composizione prende vita da una melodia lirica, quasi una confessione sussurrata, per poi aprirsi a un’improvvisazione che sembra danzare tra le note, libera eppur misurata. Rosenberg, pianista e compositore svizzero dalla formazione eclettica, unisce qui la sua profonda conoscenza del jazz e della musica classica, creando un ponte tra due mondi sonori che si incontrano e si fondono.
Dopo oltre 150 concerti dal vivo, l’artista approda alla prestigiosa label svizzera Unit Records con una maturità che traspare in ogni accordo. Il pezzo, perfetto per gli amanti di Bobo Stenson, Keith Jarrett e Fred Hersch, è un invito a lasciarsi trasportare in una dimensione contemplativa, dove il tempo si dilata e lo spirito trova quiete. La musica di Rosenberg non è solo tecnica o virtuosismo: è un’esplorazione emotiva, un viaggio che parte dalla tradizione per arrivare a qualcosa di profondamente personale.
Ascoltando Quando cala la sera, Pt.1, si percepisce la sua capacità di trasformare il silenzio in suono e il suono in emozione pura. È una musica che non chiede di essere analizzata, ma vissuta, come quel momento crepuscolare in cui tutto sembra possibile. In un’epoca in cui la frenesia domina, questo brano ci ricorda che la bellezza spesso risiede nella semplicità, nella capacità di fermarsi e ascoltare — non solo con le orecchie, ma con l’anima.
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