
Novembre 2025 – Groove Bonanza:
la tua guida verso la musica migliore.
Dai un’occhiata alla nostra rubrica e alla playlist su Spotify per i ritmi più coinvolgenti e le melodie più avvincenti.
Cosa trovate e come dovete muovervi in questa pagina
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Groove Bonanza
Groove Bonanza è la tua bussola personale per navigare nel vasto oceano della musica indipendente, un territorio ricco di gemme nascoste lontane dalle correnti dominanti del mainstream. Questa guida ti condurrà verso artisti meno noti ma straordinariamente talentuosi, che creano musica autentica e innovativa, spesso non riconosciuta dal grande pubblico.
A partire da marzo 2024, abbiamo deciso di ampliare le nostre segnalazioni musicali per offrirti non solo brani nel tuo genere preferito, ma anche musica che pensiamo possa regalarti
Groove in Abbondanza
Qui puoi trovare, ascoltare, e qualche volta vedere, singoli brani o interi album per i quali qualcuno ci ha chiesto un semplice parere, indipendentemente dal genere musicale.
Questa musica non sempre rispecchia i nostri gusti personali, ma riteniamo sia importante dare spazio a tutte le diversità e tendenze stilistiche. Per questo motivo, scegliamo di pubblicare e condividere queste segnalazioni sul nostro sito.
Siamo sicuri che troverai qualcosa di adatto ai tuoi gusti musicali e speriamo che queste nuove aggiunte alla nostra selezione ti portino piacevoli scoperte.

la tua destinazione musicale per un’esperienza Musicale senza confini.
Hirofumi Ono: Il suono tra jazz e attesa
Hirofumi Ono, chitarrista e compositore giapponese originario di Gifu, incarna la fusione tra rigore intellettuale e passione musicale. Dopo aver studiato fisica a Tokyo e perfezionato il suo talento al Berklee College di Boston, Ono ha scelto la chitarra come voce per esplorare l’anima umana. Il suo ultimo lavoro, Zero and One, è un viaggio introspettivo che unisce jazz, pop e suggestioni classiche moderne, un album che ha conquistato l’attenzione internazionale, approdando persino nella playlist ufficiale di Apple Music Jazz Scene: Japan.
Con No Reply, Ono si spinge oltre, trasformando l’ansia di un messaggio senza risposta in una vibrante energia jazz-rock. La chitarra, tagliente e groovy, si intreccia con armonie sofisticate e un pizzico di ironia, creando un dialogo musicale che ricorda i grandi nomi del jazz contemporaneo come Julian Lage o Kurt Rosenwinkel. La sua musica non è solo tecnica: è una narrazione, un racconto di emozioni universali che trovano voce nelle corde di una chitarra.
In un mondo dove le parole spesso si perdono, Ono ci ricorda che la musica sa sempre rispondere.
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Paul Hannah: L’ultimo treno per casa, tra tradizione e innovazione
Paul Hannah, batterista, percussionista e produttore con base ad Atlanta, incarna l’essenza di un musicista che ha fatto della passione per la musica la sua ragione di vita. Dopo trent’anni trascorsi tra tour nazionali e internazionali, collaborazioni con maestri del calibro di Vic Firth e Alan Dawson, e una carriera da turnista che lo ha visto attraversare palchi di tutto il mondo, Hannah ha deciso che è arrivato il momento di mettere se stesso al centro della scena. Il suo esordio per la Green Hill Music, Last Train Home, è un manifesto artistico registrato a Nashville insieme a Sam Kurzontkowski al contrabbasso e Grant Osborne al pianoforte e all’armonica cromatica: un disco che racconta storie di radici e orizzonti, dove ogni nota suona come un passo verso casa.
Cresciuto a Las Vegas durante l’età d’oro della musica dal vivo, Hannah ha assorbito l’energia dei grandi palcoscenici e l’ha fusa con una sensibilità unica, capace di onorare la tradizione senza mai smettere di cercare la propria voce. Il risultato è un suono che, pur richiamando i giganti del passato, rimane inconfondibilmente suo: autentico, originale, vibrante di emozione pura.
Last Train Home non è solo un album, ma un invito a salire a bordo di un viaggio musicale dove ogni brano è una tappa, ogni ritmo un paesaggio da attraversare. In un’epoca in cui la musica spesso sembra perdere la sua anima, Paul Hannah ci ricorda che il vero jazz – come il vero rock, come il vero blues – nasce dall’ascolto, dalla condivisione e dal coraggio di essere se stessi, senza compromessi. Questo è il suo momento, e il treno è appena partito.
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Adam Scrimshire: l’artigiano del suono tra soul e coscienza
Adam Scrimshire è un produttore, polistrumentista e ingegnere del suono che, con sette album solisti e collaborazioni con artisti come Daudi Matsiko, Mark de Clive-Lowe e Emma-Jean Thackray, ha ridefinito i confini del soul e del jazz britannico. Nominato tra gli album dell’anno ai Gilles Peterson Worldwide Awards nel 2022 e celebrato dal Guardian come uno dei produttori più influenti del Regno Unito, Scrimshire unisce maestria tecnica e sensibilità artistica.
Fondatore dell’etichetta Albert’s Favourites, si impegna da anni per i diritti degli artisti, dimostrando che la musica può essere sia arte che attivismo. Il suo ultimo lavoro, ‘Red Weather’, nato con l’arpista Amanda Whiting, è una riflessione sonora sul cambiamento climatico: un paesaggio musicale che trasforma l’afa opprimente delle estati sempre più calde in una meditazione calma e avvolgente.
Scrimshire incarna la musica come strumento di connessione e cambiamento, dove ogni nota diventa un ponte tra denuncia e speranza, tra individuale e collettivo. Un artista che, con discreta determinazione, continua a ispirare.
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tubi: una voce autentica tra soul, jazz e passione
Nel panorama musicale tedesco, tubi si impone con un suono fresco e inconfondibile, capace di fondere Neo-Soul, Soulblues e Latin-Jazz in una miscela ricca di personalità. La sua filosofia, “Faithful over famous”, è un manifesto di vita e arte: una scelta di restare fedeli a sé stessi e a chi si ama, piuttosto che inseguire il successo a ogni costo. Questa onestà si riflette nelle sue liriche e nella sua identità sonora, che la rendono una delle voci più originali della scena contemporanea.
Con “dito”, singolo uscito il 3 ottobre 2025, tubi celebra la costanza in un’epoca di incertezze. Il brano, parte del prossimo EP, è un omaggio all’amore incondizionato e all’integrità, con un mix di Latin groove e jazz fusion cantato in tedesco. Prodotto con Daniel Ogutu e Marc Ebermann, vede la partecipazione di musicisti come Lutz Krajenski e Klaus Bittner, che arricchiscono la traccia di profondità.
A seguire, “Breathe On Me”, in uscita il 7 novembre, esplora il Neo-Soul e il Soul Blues con una sensibilità moderna. Nata come riflessione malinconica, la canzone si trasforma in un inno sulla guarigione e l’accettazione di sé, con una voce che oscilla tra vulnerabilità e calore travolgente.
tubi è un’artista che, attraverso la musica, ci ricorda l’importanza di restare connessi a ciò che conta davvero.
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James Campbell: Il Cantastorie di Elora tra Folk, Jazz e Passione Selvaggia
Nato nella pittoresca Elora, in Canada, James Campbell incarna lo spirito del viaggiatore e l’anima del narratore. La sua musica è un intreccio caldo di indie folk, jazz raffinato e pop terroso, il tutto avvolto da un’aura vintage che sembra provenire da un tempo senza età. Le sue ispirazioni — da Natalia Lafourcade a Tom Waits, passando per Leonard Cohen — si riflettono in canzoni che oscillano tra intimità e cinematografia, capaci di evocare nostalgia, tenerezza e i colori vividi dell’esperienza umana.
Con Citrus Sun, Campbell ci regala una raccolta di storie sentite, dove ogni brano diventa un istante sospeso, un frammento di vita da custodire. Ma è con My Baby’s Got the Rabies che mostra il suo lato più selvaggio e ironico: un inno sfrenato dove chitarre ringhianti, ritmi contagiosi e testi al confine tra amore e follia ci trascinano in un vortice di passione fuori controllo. Non è solo una canzone, è un morso, un urlo, un viaggio febbrile nell’eccesso emotivo.
James Campbell non si limita a raccontare storie: le vive, le canta, e le offre al mondo con la sincerità di chi sa che la musica, quando è vera, non ha scadenza. Con nuovi progetti all’orizzonte, il suo viaggio artistico promette di diventare sempre più profondo, intimo e senza confini.
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Hiro Kimura e il Progetto Steam Engine: L’Energia del Jazz Contemporaneo Giapponese
Hiro Kimura non è solo un batterista, ma una forza propulsiva della scena jazzistica giapponese. Nato ad Akashi nel 1988, ha iniziato a suonare la batteria a soli 12 anni, affinando le sue capacità nella banda del liceo e perfezionandosi poi con Masahiko Osaka alla Senzoku Gakuen University. Il suo talento lo ha portato a Berklee, dove ha studiato con maestri come Ralph Peterson e Hal Crook, assorbendo l’essenza del jazz internazionale.
Oggi, Kimura è una presenza costante nei club, nei festival e in studio, collaborando con artisti del calibro di Kaori Kobayashi, Mao Soné e Sumire Kuribayashi. Con tre album da leader all’attivo dal 2021, la sua ricerca musicale culmina nel progetto Steam Engine, un quintetto che fonde la tradizione jazzistica con un suono contemporaneo, potente e innovativo. Il successo del tour giapponese — con tre sold out al leggendario Cotton Club di Tokyo — ne è la prova: una musica che cattura, trascina e emoziona.
L’obiettivo di Steam Engine è chiaro: portare questa energia oltre i confini del Giappone, conquistando i palchi dei festival internazionali. Kimura non suona solo la batteria, ma guida un treno musicale in corsa, pronto a raggiungere ascoltatori in tutto il mondo. Un viaggio che promette di essere tanto avventuroso quanto indispensabile per chi ama il jazz senza confini.
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Johanna Linnea Jakobsson: “Don’t Overthink It”, un invito a vivere senza paure
Con “Don’t Overthink It”, Johanna Linnea Jakobsson conferma la sua voce unica nel panorama jazz contemporaneo, unendo la profondità della tradizione alla freschezza della canzone d’autore. Il secondo album in uscita il 31 ottobre 2025 segna una svolta: solo composizioni originali, intime e riflessive, che raccontano l’esperienza dell’essere adulti, tra sogni, incertezze e scoperte. La Jakobsson, voce e sassofono, si muove con eleganza tra jazz, folk e pop, richiamando echi di Norah Jones e Ella Fitzgerald, ma anche la malinconia di Jeff Buckley e la melodia dei Beatles.
Il titolo, quasi un mantra, nasconde un’ironia sottile: ogni brano affronta temi come smarrimento, indecisione e inadeguatezza, ma lo fa con una leggerezza che disarma. Come spiega l’artista, è un invito a non farsi travolgere dall’ansia, a trovare bellezza anche nella vulnerabilità. Le canzoni, oneste e sentite, sono il risultato di un percorso personale e musicale che si trasforma in condivisione, in un dialogo con chi ascolta.
A sostenere la Jakobsson, un ensemble di talento: Olof Wullt alla chitarra, Jesse Emmoth al pianoforte, Simon Petersson al contrabbasso e John Fernold alla batteria e chitarra acustica. Insieme, creano un paesaggio sonoro ricco e avvolgente, dove ogni nota sembra raccontare una storia. “Don’t Overthink It” è un album che parla a tutti, perché, in fondo, chi non si è mai sentito perso o insicuro? La musica, ancora una volta, diventa ponte tra esperienze individuali e universali.
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Lulu Leloup – If You’re Gonna Break My Heart, Would You Do It After) March
Data di pubblicazione
31 ottobre 2025
Con il suo terzo singolo, “(If You’re Gonna Break My Heart, Would You Do It After) March,” Lulu Leloup riafferma una cifra stilistica ormai riconoscibile: un’eleganza jazz vocale intrisa di ironia e malinconia. Il brano, nato da un episodio personale di dolore sentimentale, trasforma la fragilità in arte, con quella miscela di autoironia e vulnerabilità che richiama la tradizione delle grandi interpreti del torch song. L’armonia, costruita su progressioni di settima maggiore e cadenze sospese, rievoca la classicità di Gershwin e Porter, ma con una modernità di accenti e spazi sonori che appartiene al jazz europeo contemporaneo.
La voce di Lulu, vellutata e controllata, si muove con precisione ritmica su un accompagnamento sobrio: pianoforte, contrabbasso e percussioni leggere definiscono un ambiente sonoro intimo, dal carattere cinematografico. L’arrangiamento lascia respirare ogni frase, giocando su pause e riverberi che accentuano la tensione drammatica. L’improvvisazione è contenuta ma consapevole: piccole inflessioni dinamiche e microfrasi vocali sostituiscono i tradizionali assoli, a vantaggio di una narrazione continua e coerente.
Il brano gioca magistralmente sul contrasto tra leggerezza e disperazione, con un’ironia noir che si riflette anche nel videoclip diretto da Kristian Abouanni: un piccolo film d’atmosfera, glamour e beffardo, che amplifica il gioco di specchi tra dolore e seduzione. “March” conferma Lulu Leloup come una voce originale del jazz contemporaneo: capace di attingere ai codici classici per reinventarli con intelligenza, umorismo e una sorprendente profondità emotiva.
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Adrien Bernet – Last dream of the night
Data di pubblicazione
4 novembre 2025
C’è un momento, tra la veglia e il sonno, in cui la realtà si sfuma e la musica prende forma. È in questo limbo notturno che nasce Last Dream of the Night, il nuovo singolo di Adrien Bernet, batterista e compositore francese, primo assaggio del progetto NIGHT PORTRAIT. Il brano si muove tra le atmosfere del jazz fusion e le suggestioni progressive, un viaggio sonoro dove le melodie si intrecciano con ritmi avvolgenti e una ricerca timbrica che ricorda i grandi maestri del genere, ma con una voce distintamente personale.
Bernet, già apprezzato per la sua capacità di fondere tradizione e innovazione, guida l’ascoltatore attraverso un paesaggio notturno fatto di colori sonori ricchi e stratificati. Il pezzo, che ha già trovato spazio su emittenti radiofoniche e in programmi televisivi, è un invito a lasciarsi trasportare in una dimensione onirica, dove il jazz diventa il linguaggio di un sogno collettivo.
Con l’Adrien Bernet Electric Quartet, il musicista porta avanti un progetto che ha già calcato palchi importanti, come il Festival Jazz sur les Places a Lione, e che si prepara a registrare il nuovo album nel 2026. Last Dream of the Night non è solo un brano, ma un ponte verso nuove esplorazioni, una promessa di musica che sa emozionare e sorprendere. In un’epoca in cui la presenza digitale è fondamentale, questo singolo rappresenta un passo cruciale per un artista che, con passione e determinazione, continua a sognare ad occhi aperti.
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Alice Black – This Love Is Here to Stay
Data di pubblicazione
31 ottobre 2025
This Love Is Here to Stay: L’Incontro Magico di Alice Black
C’è un istante, quasi sempre inaspettato, in cui la vita ci sorprende con un amore che arriva per restare. È questa l’emozione che Alice Black, voce e anima del jazz britannico, cattura in “This Love Is Here to Stay”, un brano che unisce l’eleganza dello swing alla profondità del soul. Con quindici anni di carriera alle spalle, Alice ci regala una perla registrata dal vivo in studio, dove la tradizione jazz si fonde con una freschezza moderna e contagiosa.
Fin dalle prime note, il pezzo avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera giocosa e ottimista, con un ritmo swinging a 125 BPM che invita a lasciarsi trasportare. La voce di Alice, chiara e ricca di sfumature, si intreccia con un pianoforte sofisticato, un contrabbasso pulsante e una batteria suonata con le spazzole, che donano al brano quell’inconfondibile tocco vintage. L’aggiunta di una chitarra elettrica, con il suo assolo distintivo, arricchisce il suono di una modernità dinamica, dimostrando la capacità di Alice di mescolare stili con grazia.
Le liriche raccontano una storia universale: l’incontro con un amore che, contro ogni aspettativa, si rivela duraturo. “Nobody told you love would throw you in a spin”, canta Alice, dipingendo la sorpresa di chi, scettico, si ritrova travolto dalla gioia. “It seems this love is here to stay” diventa così un inno all’accettazione, un brano che celebra l’amore come forza inarrestabile. Con “This Love Is Here to Stay”, Alice Black conferma il suo talento nel trasformare emozioni complesse in musica che scalda il cuore e fa sorridere l’anima.
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Usuwa – Nous Deux
Data di pubblicazione
12 settembre 2025
Nous Deux: Un Dialogo Intimo tra Synth-Pop e Anima
C’è un momento, tra il ricordo e il presente, in cui la musica diventa specchio dell’anima. È in questo spazio sospeso che “Nous Deux”, il nuovo EP di Usuwa, ci conduce con delicatezza e intensità. Il brano omonimo, cuore pulsante del progetto, è un synth-pop moderno che non rinuncia a una nostalgia profonda, un dialogo intimo tra suoni elettronici e fragilità umane.
Fin dalle prime note, “Nous Deux” avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera onirica e malinconica, dove la chiave di La minore e i 128 BPM creano un equilibrio perfetto tra energia dancefloor e introspezione. Il Synth Bass e le Electronic Drums costruiscono una base solida ma discreta, mentre gli arpeggiatori dei sintetizzatori dipingono paesaggi sonori eterei, richiamando gli anni ’80 con una brillantezza contemporanea. La voce di Usuwa, avvolta in un riverbero suggestivo, fluttua su queste armonie come un sussurro, cantando in francese parole che interrogano l’amore e la sua fragilità: “Demande-toi qui le premier de nous deux s’en ira / Pourquoi?”.
Ascoltare “Nous Deux” è un’esperienza immersiva, un invito a riflettere sulla complessità delle relazioni, dove la produzione pulita e l’uso intelligente degli effetti creano uno spazio in cui ogni elemento contribuisce a una narrazione emotiva indimenticabile. Usuwa, con questo brano, conferma la sua capacità di fondere energia e malinconia, regalandoci una musica che resta nell’anima ben oltre l’ultima nota.
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