
Proof of Life – Ola Onabulé
Data di uscita: 30 giugno 2025
Con “Proof of Life”, Ola Onabulé ci offre non solo un album, ma un frammento autentico della sua anima. Vocalist, compositore e produttore, l’artista britannico di origini nigeriane si allea con l’elegante chitarra di Nicolas Meier per dar vita a un progetto che va oltre la musica: è una dichiarazione esistenziale, un canto che cerca tracce di verità in ogni battito, in ogni nota.
L’album, registrato con cura artigianale e un approccio profondamente “umano”, sarà presentato dal vivo a partire da agosto con una formazione snella ma creativa, a dimostrazione che anche la complessità sonora può trovare nuove forme di vita sul palco.

Proof of Life: Tra jazz, soul e spiritualità
“Proof of Life” si muove tra le pieghe del jazz contemporaneo, abbracciando il soul, il groove africano e momenti quasi liturgici. Non è un semplice disco: è una conversazione tra due strumenti centrali, la voce di Ola e la chitarra di Meier, che si rincorrono e si riflettono come due specchi sonori.
Il brano “Funmilayo” – nome della madre del leggendario Fela Kuti e figura cardine del femminismo africano – diventa un tributo poetico all’eccezionalità umana. Ola immagina la forza necessaria per amare una donna così intensa, e trasforma quella riflessione in un racconto struggente di consapevolezza e desiderio.
In “Rio de Janeiro” il ritmo ci inganna: sembra un brano da carnevale brasiliano, ma dentro nasconde un momento di pura epifania amorosa. In quell’istante riconosciamo che l’altra persona è “quella giusta”. È un sorriso che sboccia durante un tramonto o una lacrima che scivola tra due mani intrecciate: musica come testimonianza della vita che ci attraversa.
Una produzione viva e imperfetta, come l’esistenza
La produzione del disco riflette la visione artistica di Onabulé: real instruments, registrazioni “stream of consciousness”, un uso sapiente della tecnologia senza mai perdere il cuore pulsante dell’umanità.
Le scelte tecniche, come l’uso di microfoni Neumann e registrazioni vocali non filtrate, servono a costruire un paesaggio sonoro intimo, caldo, vero. Il processo compositivo si è sviluppato in modo organico, quasi come un dialogo senza interruzioni tra due menti affini: una collaborazione autentica, nutrita da entusiasmo e libertà creativa.
L’essenziale va in scena
La sfida più grande ora è trasportare la ricchezza di “Proof of Life” in una dimensione live con una band più contenuta. Ola rifiuta le backing tracks: vuole che ogni nota sia creata davanti al pubblico, in tempo reale. Sta esplorando soluzioni creative, tra loop station e arrangiamenti ridotti, per non tradire la spontaneità che anima il disco. Una scelta coraggiosa e coerente.
Un incontro da… “ascoltare”
“Proof of Life” è un disco che ti guarda negli occhi, che ti parla come farebbe un vecchio amico, o uno sconosciuto che ti legge dentro. È una dichiarazione d’amore alla vita, con le sue contraddizioni, le sue profondità, i suoi piccoli miracoli quotidiani.
L’intervista completa a Ola Onabulé è disponibile nella seconda pagina di questo articolo: un dialogo ricco di ispirazioni, visioni e retroscena che illuminano la genesi di “Proof of Life”. Un incontro sincero per chi cerca nella musica un racconto autentico.

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