A Breath of Fresh Air – Sean Mason e il nuovo respiro del jazz contemporaneo

A Breath of Fresh Air – Sean Mason

Etichetta discografica:

Data di uscita: 24 ottobre 2025

Un talento in costante ascesa

Pianista e compositore nato a Charlotte, North Carolina, Sean Mason è una delle voci più limpide e promettenti della nuova scena jazz americana. Autodidatta fin dall’adolescenza, ha mosso i primi passi tra gospel e R&B, prima di abbracciare il linguaggio del jazz attraverso i suoi studi alla Juilliard School di New York. Il suo nome è già noto grazie al precedente The Southern Suite (2023), disco d’esordio salutato dalla critica per la sua eleganza e autenticà. Oggi, con A Breath of Fresh Air, Mason firma la sua prima produzione indipendente, un lavoro che incarna la maturità di un artista capace di coniugare tradizione e modernità, spiritualità e corporeità.


Il soffio della rinascita

A Breath of Fresh Air è, come suggerisce il titolo, un respiro nuovo. Un invito a fermarsi, inspirare profondamente e lasciare che la musica conduca in un viaggio di trasformazione. Mason non racconta solo la propria storia, ma offre una riflessione collettiva sulla vulnerabilità, la guarigione e la verità interiore. Con lui suonano Felix Moseholm al basso, Domo Branch alla batteria, Tony Glausi alla tromba e Chris Lewis al sax tenore: una formazione coesa che traduce in suono il dialogo tra corpo e spirito, tra la grazia del jazz moderno e la memoria del Sud afroamericano.

Registrato in due giorni, senza spartiti e con i musicisti riuniti nella stessa stanza, il disco possiede la spontaneità di una seduta collettiva, la vibrazione viva di un momento irripetibile. Ogni brano respira, pulsa e sussurra come se fosse nato da un unico gesto d’ispirazione condivisa.


Un racconto in otto tappe

Il viaggio di A Breath of Fresh Air si apre con “Rediscovery”, una sorta di ouverture che ricalca l’archetipo del viaggio dell’eroe di Joseph Campbell. La musica inizia incerta, quasi in stato di ricerca, e poi trova un ritmo deciso e luminoso. Il piano di Mason danza tra le armonie come chi, dopo aver vagato, riconosce finalmente la propria direzione.

“Duende” si ispira al concetto di verità artistica di Federico García Lorca: un mambo che mescola tensione e abbandono, corpo e anima, in una vertigine di suoni che celebra la passione bruciante della creazione.

In “Open Your Heart”, una ballad tenera e urgente, Mason invita alla vulnerabilità, a riaprire il petto in un mondo che insegna a nascondere le emozioni. Il brano scorre in un 6/8 romantico, con echi di R&B, e vibra di calore umano. Raccontano che, alla sua prima esecuzione dal vivo al Dizzy’s Club, il pubblico restò sospeso, come se l’aria stessa fosse cambiata densità.

Con “Unfinished Business”, la tensione cresce: il ritmo si fa incalzante, un richiamo a confrontarsi con ciò che resta in sospeso nella vita. Il groove di Moseholm e Branch è la spina dorsale su cui Mason costruisce un discorso di riscatto e azione.

“Boneback” è un inno alla resilienza, un boogie-woogie che guarda a New Orleans e al suo spirito di festa anche nel dolore. Le note sembrano rimbalzare sulle pareti di una parata immaginaria, tra tamburi e sorrisi.

In “Secrets”, invece, Mason affronta la colpa e la crescita personale con un tono meditativo. L’armonia minore e il fraseggio spezzato del pianoforte evocano il silenzio dopo la tempesta.

Il brano “Capital J” è puro divertimento jazzistico: un bebop scattante e ironico, un promemoria che la tradizione non è un vincolo, ma una spinta.

Chiude l’album “Kiss Me”, una ballata a due passi che riconsegna al jazz la sua parte romantica. Mason non chiude con una dichiarazione, ma con un gesto: un invito a tornare umani, a guardarsi negli occhi, a ballare lentamente.


Il suono e la visione

Dal punto di vista stilistico, A Breath of Fresh Air attraversa territori molteplici: hard bop, mambo e R&B convivono in un mosaico coerente e personale. L’energia ritmica richiama i classici del passato, ma il trattamento armonico e la libertà d’interazione collocano Mason tra i protagonisti del jazz contemporaneo.

La scelta di registrare tutto dal vivo, senza barriere fisiche, restituisce una dimensione tattile: si sente il respiro dei musicisti, il tocco delle dita, persino il cigolio del pedale. Non è un disco cesellato in post-produzione, ma un organismo vivo che respira con chi ascolta.

Anche la grafica dell’album, sobria e luminosa, amplifica il concetto di purezza e rinnovamento: colori chiari, spazi aperti, un senso di movimento che rimanda al titolo e alla sua promessa di aria nuova.


Le voci della critica

La critica internazionale ha accolto A Breath of Fresh Air con entusiasmo. Paris Move ha parlato di «bebop refratto attraverso una lente contemporanea», sottolineando la capacità di Mason di modellare il passato senza imitarlo. Jazz Journal lo descrive come «danceable, soulful, spiritualmente risonante», mentre The Urban Music Scene ne ha evidenziato la visione ampia e la sincerità emotiva.

Non mancano tuttavia osservazioni più misurate: alcuni critici ritengono che il disco, pur solidissimo, non raggiunga ancora la vetta dell’indispensabile. Ma anche in questa riserva si cela un riconoscimento: la consapevolezza che Mason è un artista in evoluzione, e che la sua ascesa è solo all’inizio.


Cosa dicono i fan

Sui social, le prime reazioni parlano di un disco che tocca corde autentiche. Un ascoltatore scrive: “Si sente la stanza, si sente la pelle”, un altro commenta: “Hard bop con anima viva, registrato come si faceva una volta”. Non è ancora un fenomeno virale, ma chi lo ha ascoltato ne parla come di un’esperienza più che di un semplice album.

Ai lettori e agli ascoltatori del nostro sito, la domanda è naturale: avete percepito anche voi questo soffio di verità? A Breath of Fresh Air è solo un titolo o una promessa mantenuta?


L’arte come respiro

In un tempo di sovraesposizione e cinismo, Sean Mason sceglie la semplicità del gesto autentico. La sua musica non cerca l’effetto, ma l’essenza. A Breath of Fresh Air non è soltanto un album di jazz: è un invito a ricordare che l’arte può ancora guarire, aprire spazi, farci respirare.

Mentre l’ultima nota di Kiss Me svanisce nell’aria, resta un silenzio pieno, come dopo un temporale. E in quel silenzio, forse, si sente davvero il suono del mondo che ricomincia a respirare.

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