From Bach to Ellington – Live: Michael Arbenz e Andy Sheppard

From Bach to Ellington – Live – Michael Arbenz e Andy Sheppard

Etichetta discografica: Self Produced

Data di uscita: 13 giugno 2025

Nel cuore vibrante del Bird’s Eye Jazz Club di Basilea, due anime musicali si sono incontrate per raccontare una storia senza tempo: From Bach to Ellington – Live, il nuovo album del pianista svizzero Michael Arbenz e del sassofonista britannico Andy Sheppard, è molto più di un disco. È una colonna sonora per un film che non è mai stato girato ma che vive dentro ogni ascoltatore. Un’opera in cui la polifonia barocca si fonde con il lirismo del jazz, in un respiro unico che attraversa secoli e stili.

Due maestri in scena: il progetto e gli artisti

Michael Arbenz, dopo aver già esplorato l’universo ellingtoniano in Reflections of D e la struttura classica in Classicism – A Point of View, sceglie stavolta l’intimità del duo. E trova in Andy Sheppard – veterano delle grandi orchestre di Gil Evans, Carla Bley e George Russell – il compagno ideale per un viaggio musicale dove ogni nota è parola, ogni pausa è respiro.

Non è la prima volta che i due dialogano: la loro lunga collaborazione nel trio VEIN ha preparato il terreno per questa esplorazione a due voci, più essenziale ma anche più profonda. Qui, la comunicazione è telepatica, le dinamiche organiche, e l’equilibrio tra struttura e improvvisazione perfettamente bilanciato.

From Bach to Ellington – Live: Una traversata tra luci barocche e ombre jazz

From Bach to Ellington – Live si apre con “Melancholia”, una carezza malinconica firmata Duke Ellington. È come una sequenza in bianco e nero che sfuma dolcemente verso il colore, mentre il sax di Sheppard danza su un tappeto di accordi che sembrano sospesi nel tempo.

Con “Psalm”, ispirato alla Cantata BWV 146 di Bach, entriamo in una navata gotica fatta di riverberi e tensioni interiori. Arbenz traduce l’austerità bachiana in un linguaggio jazzistico raffinato, dove l’equilibrio architettonico si fonde con la spiritualità del momento improvvisativo.

Where It Springs Into Being” è una rivelazione. Qui, il Preludio in Do maggiore di Bach diventa un paesaggio impressionista: il pianoforte si fa sorgente, il sax è vento che accarezza la superficie dell’acqua. Un brano che sembra girato in slow motion, tra luci dorate e ombre lunghe.

E poi c’è “African Flower”, piccola gemma ellingtoniana, evocata con tatto e delicatezza. Il duo ne fa un acquerello, con colori pastello e tratti sfumati, evitando ogni retorica e cercando la poesia nascosta tra le pieghe della melodia.

In “Warm Valley”, il calore diventa tangibile: siamo in una scena crepuscolare, tra colline arancio e silenzi condivisi. La voce del sax sembra raccontare un ricordo d’infanzia, mentre il pianoforte lo accompagna con la discrezione di chi conosce ogni sfumatura emotiva.

Track Listing

  1. Melancholia (D. Ellington)
  2. Psalm (M. Arbenz, inspired by Bach’s Cantata BWV 146)
  3. African Flower (D. Ellington)
  4. Where It Springs Into Being (M. Arbenz, inspired by Bach’s Prelude in C)
  5. Refl ections in D (D. Ellington)
  6. Warm Valley (D. Ellington)

Registrazione live: il suono dell’istante

Registrato durante due serate d’agosto 2024 al Bird’s Eye Jazz Club, il disco cattura non solo la musica, ma anche l’atmosfera di un luogo reale: si sentono i respiri, le pause, l’eco del pubblico attento. Non c’è trucco, non c’è patina: solo il suono puro dell’incontro, dell’ascolto reciproco, della creazione che accade davanti ai nostri occhi (o meglio, alle nostre orecchie).

Collaborazioni e stile: un’estetica trasversale

L’intero progetto si muove tra estetica cameristica e improvvisazione jazz, senza mai rinunciare al senso della forma. Arbenz porta in dote la sua sensibilità classica, mentre Sheppard dona una libertà lirica che trasforma ogni brano in una storia nuova. Nessun brano è citazione sterile, ogni traccia è reinvenzione.

Conclusione: un disco da vedere con le orecchie

From Bach to Ellington – Live è un film che si ascolta. Un viaggio interiore che tocca città invisibili, paesaggi sospesi tra sogno e memoria, inquadrature lente e primi piani sull’anima. È jazz che guarda al passato con occhi contemporanei, e che costruisce un ponte tra due giganti della musica – Bach ed Ellington – attraverso l’arte di due interpreti che si ascoltano davvero.

Un disco da ascoltare ad occhi chiusi, lasciandosi guidare dai sensi. O forse da riaprire, immaginando il palco, le luci soffuse, il dialogo sottile tra due strumenti e due cuori. Perché qui, ogni nota è una scena, e ogni scena è un’emozione.

From Bach to Ellington – Live: Michael Arbenz e Andy Sheppard

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