
Convergence – Max Trabucco
Etichetta discografica: Abeat Records
Data di uscita: 10 ottobre 2025
L’essenza del dialogo, in musica, si manifesta spesso nella privazione. Ascoltate la traccia Looking For Something: un minuto e venti secondi di interazione compressa, quasi una scultura sonora, dove il sax contralto di Manuel Caliumi e il trombone di Federico Pierantoni si ritrovano da soli, sganciati da ogni supporto ritmico o armonico esplicito. È un piccolo, fulmineo saggio di pura linea e timbro, un intermezzo che non cerca completezza, ma verità: la rivelazione del suono nudo, prima che la composizione lo vesta. Questo dettaglio, questo dialogo scarnificato, è la chiave d’accesso per comprendere l’intero progetto di Max Trabucco, Convergence (Abeat Records, 2025).
Il Percorso di un Compositore Olistico
Max Trabucco, batterista e compositore trevigiano, non è nuovo all’esplorazione di territori sonori ben definiti. Già con il suo esordio da leader, Racconti di una notte (2016), e il successivo Love Songs (2018), aveva dimostrato un linguaggio maturo e poetico, tanto da meritare l’inclusione nel prestigioso Dizionario del Jazz Italiano di Flavio Caprera.
Trabucco è una figura che incarna la doppia anima del musicista contemporaneo: quella del performer sui palchi internazionali (dalla collaborazione con la violinista Anais Drago ai tour con l’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti) e quella del didatta meticoloso (con la sua collana in quattro volumi L’arte del ritmo). Questa visione olistica—che unisce l’esecuzione alla riflessione teorica sul ritmo—si riversa in Convergence, un lavoro intenso, frutto di oltre due anni di ricerca e sperimentazione.
Per questo disco, Trabucco si affianca a tre nomi centrali della scena italiana: la contrabbassista Federica Michisanti (già leader e compositrice di grande sensibilità), Manuel Caliumi al sax contralto e Federico Pierantoni al trombone. Insieme, formano un quartetto piano-less, una scelta audace che, storicamente, ha sempre segnalato un desiderio di emancipazione dalle rigide strutture armoniche.
L’Architettura Sospesa e la Convergenza Melodica
Il genere in cui Convergence si inscrive è il Modern Jazz Europeo, ma con forti derive verso l’Improvvisazione Radicale e l’estemporaneità cameristica. L’innovazione principale risiede nella struttura dell’ensemble. L’assenza dello strumento armonico (pianoforte o chitarra) spinge le linee monodiche a farsi carico della responsabilità armonica, creando una polifonia per sottrazione. Le melodie “convergono”, appunto, generando armonie transitorie e mai fisse, che cambiano a seconda dell’incrocio di fiati e basso.
In questo contesto, il ruolo di Michisanti è cruciale. La sua linea di contrabbasso non è solo ancoraggio ritmico, ma funge da contrappunto armonico, tessendo i registri medio-bassi con maestria, creando un’impalcatura elastica e mobile.
Analisi di alcuni brani
The Key: Il brano di apertura stabilisce immediatamente la grammatica del disco. Si parte da un tema breve e circolare, quasi un mantra, su cui i fiati costruiscono variazioni e ripetizioni che si fanno via via più aspre. La batteria di Trabucco è una sorgente di colore più che di tempo: utilizza le pelli e i piatti non per segnare il beat, ma per modellare lo spazio sonoro, in una tradizione che affonda le radici nel lavoro di maestri come Paul Motian.
Convergence: La traccia che dà il titolo all’album è il culmine del concetto espresso. Il pezzo è un esempio di come le linee, pur mantenendo la propria autonomia, riescano a creare un’armonia corale che suggerisce accordi senza mai dichiararli apertamente. Si percepisce la lunga fase di ricerca e sperimentazione che ha preceduto la registrazione, un equilibrio precario e dinamico tra scrittura e libertà. Il brano richiede all’ascoltatore un approccio attivo: non si tratta di “sentire” un’armonia, ma di “ricostruirla” mentalmente, seguendo l’interazione dei quattro strumenti.
Serendipity: Qui il quartetto mostra il suo lato più lirico e introspettivo. La composizione si sviluppa con calma e profondità, permettendo agli strumenti di esplorare le rispettive gamme timbriche. Il trombone di Pierantoni, spesso utilizzato per timbri densi e scuri, si innalza in passaggi aerei, dialogando con la fluidità del sax di Caliumi. È in momenti come questo che si comprende quanto la “convergenza” non sia solo un esercizio tecnico, ma un atto emotivo di ascolto reciproco.
Ascendant (Elvin Jones): L’unica traccia non a firma di Trabucco è un omaggio significativo. Scegliere un brano del leggendario batterista di Coltrane, pioniere della ritmica polimetrica e libera, è un modo per il compositore per dichiarare la propria lineage. Il quartetto interpreta il pezzo con una sferzante energia, mantenendo la centralità ritmica dell’originale. Il brano è, però, filtrato attraverso la lente europea e cameristica dell’ensemble piano-less, dimostrando che il rispetto per la tradizione passa attraverso la sua inevitabile riscrittura.
Note sulla Produzione e Valutazione Critica
La parte tecnica è impeccabile. Il disco è stato registrato presso gli Eastland Recording Studios di Cormons (GO) da Francesco Blasig, che ha curato anche mix e mastering. La scelta di Blasig garantisce una chiarezza timbrica eccezionale, fondamentale per un album che vive di sottili interazioni. Ogni strumento ha il suo spazio vitale nel panorama sonoro, permettendo all’ascoltatore di apprezzare la profondità della Michisanti e l’attacco cangiante della batteria.
Nonostante la data di uscita sia fissata per ottobre 2025, i critici che hanno avuto modo di ascoltare le anteprime (noi stessi abbiamo intervistato Max Trabucco, l’intervista integrale è in seconda pagina) hanno unanimemente sottolineato la “maturità” compositiva di Trabucco e l'”originalità” della formazione. L’accoglienza pre-lancio suggerisce che Convergence non sarà solo un album ben accolto, ma un punto di riferimento per l’estetica jazzistica italiana degli anni a venire.
Il Valore nel Contesto Attuale
Convergence non è solo un disco jazz, è un’opera sull’interdipendenza. In un’epoca musicale spesso ossessionata dalla sovraproduzione e dalla stratificazione, Trabucco e il suo quartetto fanno un passo indietro, per riscoprire quanto possa essere potente l’affermazione di una singola linea melodica, quando questa è in risonanza con altre tre.
Questo album è un’affermazione del valore della scelta selettiva in musica. Eliminare il pianoforte non è un gesto di assenza, ma di volontà: costringe all’ascolto profondo, sia i musicisti che l’audience. Convergence si posiziona come un lavoro essenziale e coerente. Questo è un album destinato a lasciare il segno non solo per la sua audacia formale, ma per la sua profonda e meditata musicalità. È la dimostrazione che il jazz italiano continua a interrogare la sua stessa storia con intelligenza e una rara sensibilità poetica.

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