Una domenica pomeriggio al telefono con i Möbius Strip

Iniziando a scrivere questo post abbiamo scoperto che in matematica, e più precisamente in topologia, il nastro di Möbius è un esempio di superficie non orientabile e rigata. Trae il suo nome dal matematico tedesco August Ferdinand Möbius: Möbius Strip

Prima di questa scoperta,  sensazionale e fantasmatica, pensavamo che Möbius Strip fosse solo il nome di una qualche ignota località del Nord Europa. Nome che era stato preso in prestito da due differenti formazioni  musicali. 

Una di queste è quella che interessa a noi e che, per evitare di farvi cercare quella sbagliata su altri luoghi del web, postiamo subito la loro immagine ufficiale.

Möbius Strip: la front-cover del cd

L’altra formazione, quella che non ci interessa, sembra essere… estinta, come gruppo.

L’immagine che vedete è la front cover del primo cd della formazione italiana di jazz-rock dei Möbius Strip, sempre quelli che interessano a noi.

Il loro cd è stato pubblicato nella primavera di quest’anno ed è stato più volte oggetto di presenza nelle nostre playlist radiofoniche. Con loro abbiamo instaurato, quasi subito dopo la pubblicazione, un dialogo diretto, in particolare con Lorenzo Cellupica. Lorenzo è uno dei quattro componenti della formazione ed è un pianista, tastierista  e compositore poco più che ventenne. Gli altri componenti della formazione sono  Nico Fabrizi (sax tenore, sax contralto, flauto), Eros Capoccitti (basso elettrico) e Davide Rufo (batteria).

Möbius Strip: Nico Fabrizi, Davide Rufo, Eros Capoccitti, Lorenzo Cellupica
Möbius Strip: Nico Fabrizi, Davide Rufo, Eros Capoccitti e Lorenzo Cellupica

I brani presenti nel cd omonimo sono sei e sono tutte composizioni originali. La durata media dei pezzi  è al di sopra della media dei brani che oggi si possono ascoltare in radio.

Non nascondiamo che questo ci ha particolarmente reso difficile la vita nell’inserirli in trasmissione. Sapete bene che il nostro modo di proporre il jazz e quello di coinvolgere l’ascoltatore con sequenze di tempo medio e con melodie e ritmi vicini a quelli dei brani più popolari. Tentiamo di far da ponte.

Le loro composizioni, però, ci hanno colpiti fin dal primo ascolto. Non volevamo escluderli dalle nostre selezioni. Sono diventati, così, elementi di spicco nelle nostre playlist estive. In particolare, ricordiamo quella volta che li abbiamo trasmessi tra Black Market, dei Weather Report, ed Help Somebody, dei primi Earth Wind & Fire. Il loro brano, First Impressions, teneva alla grande il confronto con queste due formazioni di mostri sacri della musica internazionale.

In realtà il confronto poteva essere sostenuto da qualunque brano del cd, fatte salve le dovute differenze stilistiche.

Il disco esprime bene le quattro anime musicali del gruppo, pur essendo, i temi, opera della stessa mano, quella di Lorenzo Cellupica. Ciò è stato possibile grazie agli arrangiamenti operati dalla stessa formazione dei  Möbius Strip.

La loro musica richiama alla mente le sonorità del Canterbury Style, in alcuni pezzi, passando a sonorità di latin-jazz (Andalusia) e sfiorando, con Deja Vu, quella degli Yellow Jackets. Qui non vogliamo ripetere quanto già scritto da altri o riportato nelle loro pagine ufficiali sul web o su altri mezzi divulgativi fisici. Tra le altre cose è riportato, con nostro grande orgoglio, che sono stati album della settimana su “Jazz in Family”, il blog.

Abbiamo volutamente aspettato questo periodo per richiamarli nuovamente e scambiare due chiacchiere per farli conoscere meglio e diversamente a tutti voi.

Li abbiamo raggiunti al telefono in una domenica pomeriggio,  al termine di una session di prove su un brano nuovo e scritto dal bassista della formazione. In realtà, dall’incontro mancava Nico che purtroppo era già su un treno in viaggio verso altri impegni. La chiacchierata si è svolta parlando di cose serie e cose sconcie, tra complimenti rivolti ad altre formazioni musicali e derisioni di qualche presunto imprenditore musicale. Insomma, un clima disteso e sereno. L’abbiamo registrata con il consenso unanime di tutti noi, a scanso di equivoci, e c’è la teniamo ben stretta nel nostro “archivio segreto”. Molto presto i Möbius Strip diventeranno famosi come i gruppi che prima abbiamo citato e condivideremo, gratuitamente, la nostra chiacchierata, epurata dalle sconcerie.

Per ora ci limitiamo a riportare che il quartetto, prevalentemente del frosinate, sta già lavorando alacremente ad un nuovo album e che dovrebbe comparire presto tra le nostre possibilità d’acquisto e di ascolto. Nel frattempo, se non l’avete ancora fatto, non lasciatevi scappare il cd d’esordio.

L’altra cosa che abbiamo voluto fare con loro è stato una sorta di gioco. Ognuno doveva scegliere due brani che li rappresentasse, ma di altri autori, e di spiegarci il motivo di quella scelta. Un metodo che abbiamo adottato già con altri artisti e che ci ha permesso di conoscere qualcosa di loro al di là dell’aspetto promozionale e commerciale.

Le Preferenze musicali dei Möbius Strip

Ecco cosa né è venuto fuori e perchè:

Davide Rufo

(batterista – l’anima più rock della formazione)

1)The sound of muzak dei Porcupine Tree per il groove in 7/4 e per il suono, la cura e l’attenzione, non solo di Gavin Harrison, ma dell’ intera band.

2)Seven days di Sting sempre per l’uso magistrale di Colaiuta di un tempo dispari, ma che non lo fa sembrare come se fosse tale.

Nico Fabrizi

(sassofonista – pur mancando all’incontro ci ha fatto avere i suoi due brani)

1)Nascente di Michael Brecker per l’eccezionale precisione e accuratezza nei soli e nel suono da parte di tutti i componenti della band, specialmente da Brecker.

2)On day one di Pat Metheny per la genialità di Metheny nel ricercare temi melodici e incisivi e per la complessità della struttura del brano.

Lorenzo Cellupica

(pianoforte e tastiere – amante del jazz-rock e del Canterbury Style – grande ascoltatore, tra gli altri, dei Nucleus e dei Soft Machine)

1) Son of There’s No Place Like Homerton degli Hatfield and the North, una stupenda mini-suite di circa 10 minuti, uno dei momenti in cui il prog rock ha raggiunto la massima maturità. L’arrangiamento dei  fiati e dei cori, la raffinatissima elaborazione delle varie parti che compongono la suite sono tutte al servizio della dimensione onirica della composizione, che non si perde mai in una mera ostentazione di abilità strumentali o compositive.

2) On Reflection dei Gentle Giant (in particolare la versione proposta dal vivo), brano forse più rappresentativo della  band inglese, per l’unione tra l’intricata fuga, sia strumentale che corale, e l’anima rock del gruppo, dimostrando un’eccellente padronanza di diversi stili musicali e dei propri strumenti (nel corso del brano ciascun musicista, tranne Derek Shulman, canta e suona due diversi strumenti).

Eros Capoccitti

(bassista, amante del funky, del jazz e del nu-soul  – gli piacciono Robert Glasper, Snarky Puppy, Weather Report)

1) Continuum  (J.Pastorius) : questo brano secondo , Eros, rappresenta l’essenza dello strumento, del basso.

2)Goodbye Pork Pie Hat  (C.Mingus): per il sound, e per il suo arrangiamento a dir poco impeccabile

I quattro giovani artisti, però, amano sottolineare anche il trait-d’union che li unisce e che, musicalmente, è rappresentato dalla loro passione per i Weather Report.

Nonostante questa diversa e variegata influenza di generi e artisti, i Möbius Strip hanno avuto la capacità di far emergere una propria personalissima impronta, nel disco, che evidenzia, negli interplay, una predilezione verso il jazz, a discapito del prog-rock.

Suonano insieme da diversi anni, dai primi anni delle Superiori, quindi da circa dieci anni. Amano andare ad ascoltare concerti di altri artisti. Citavano, solo per quest’anno, quelli di Glasper o Corea & Gadd, quello degli Yellowjackets o della PFM.  Non disdegnano citare altri gruppi emergenti italiani come esempi positivi. Tutti momenti che non possono che farli crescere e maturare ancora di più.

I risultati del loro impegno sono già evidenti ma andranno a concretizzarsi ancor di più nel corso del 2018. Ci hanno anticipato la loro presenza ad un importante manifestazione internazionale ma che teniamo ancora in serbo fino all’ufficializzazione, preannunciamo solo il luogo: Chicago – U.S.A..

Abbiamo parlato di tanto altro ancora, ci fermiamo qui solo per evitare di trasformare l’articolo in un cinquantesimo di libro. Gli altri 49 saranno dedicati ai prossimi album.

Ai Möbius Strip, e a tutti voi, auguriamo un Buon Natale ed un 2018 da… GRANDI!!!


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