La puntata del 21 marzo 2019 #125 potrebbe sembrare una retrospettiva sul jazz di STING. In realtà essa è nata con un intento diverso: quello di invitare i jazzisti dei nostri giorni, sopratutto gli italiani, a rimodellare la loro proposta di brani classici standard a favore di canzoni e composizioni più moderne e popolari.
Una delle accuse che maggiormente viene rivolto al jazz moderno è proprio questa di non sapersi adeguare ai tempi. L’idea di inserire negli album nuovi e, sopratutto, nei concerti dal vivo delle interpretazioni improvvisate sui brani popolari dei nostri giorni non è un idea da scartare, secondo noi.
I grandi standard jazz sono delle opere classiche che mai nessuno potrà cancellare dal patrimonio culturale mondiale. Spesso erano brani nati come moderne canzoni pop o colonne sonore di rappresentazioni teatrali, quindi tutt’altro che composizioni e tecnicismi nati per, e dal, musicista jazz. Non dobbiamo raccontare noi “la storia del jazz”, ci uniamo solo al coro della riflessione nel modo che ci è più consono e… familiare: quello della radio e della sua programmazione musicale.
Questa settimana abbiamo legato alcuni classici di Sting, reinterpretati da egli stesso e da altri musicisti jazz, insieme alla classica programmazione di alcune novità discografiche, di queste settimane, del jazz italiano e mondiale.
L’idea di questa puntata con le musiche di Sting è nata senza aver notato l’imminente arrivo della nuova hit con Shaggy, questa è la verità. La cosa ci fà, pero, enormemente piacere e cogliamo al balzo la palla, come si suol dire. Tra i video jazz che tutte le settimane proponiamo intrufoliamo anche quella di “Just one Lifetime”. Sotto, sotto, speriamo che qualcuno possa appassionarsi di più, anche così, all’ascolto del jazz.
Shape of my heart
Per quanto riguarda i brani che abbiamo scelto siamo partiti dall’interpretazione di Englishman in New York e contenuta in Shape of My Heart di Michela Lombardi, bravissima cantante jazz nostrana. La scelta non è di parte, non nasce perché la Lombardi è italiana. La qualità delle interpretazioni è innegabilmente molto alta ma anche perchè Shape of my heart (il testo di Sting) è una sorta di pensiero filosofico condensato in poche righe di testo è musica.
In un intervista rilasciata, tempo addietro, al Miami Herald, Sting dichiarò:
Il giocatore di carte nella mia canzone è più interessato all’aspetto mistico della fortuna piuttosto che a vincere denaro. È la sua meditazione, la sua spiritualità. Vincere non è importante, lo è il gioco… Sono io che gioco con la mia carriera: non si tratta di avere record di successo o nomination ai Grammy o di guadagnare un sacco di soldi. Si tratta davvero di giocare al gioco creativo. È un gioco, ma è un gioco serio.
Qui è condensata tutta la filosofia di vita e la professionalità di Sting. Un autore che non pensa a vincere premi e guadagnare soldi ma a comporre musica seriamente e in modo da farlo sembrare un piacevole gioco. Un modo che lo ha portato a comporre brani che oggi sono non solo delle famose hit della musica pop ma anche degli standard sui quali, tanti musicisti jazz, affinano le loro capacità improvvisative e interpretative.
Stiamo pensando, e lavorando, a qualcosa che possa aiutarci ad approfondire meglio questo tema, con un altro nome famoso e… popolare.
Ciò nonostante, siamo certi che il jazz odierno non sia in grado, già di per sè, di scrivere nuove composizioni e nuove canzoni altrettanto gradevoli e cantabili?
Restate sintonizzati, nè canterete delle belle!!!
Per ora… Buon ascolto e buona lettura!