Ironside - Ruby Rushton

Ironside – Ruby Rushton

Ironside – Ruby Rushton (22a – 2019)

Release: 5 aprile 2019

Lascia il tuo commento per questo disco

Questo è il 4 ° album in studio del noto quartetto jazz nato su iniziativa di Tenderlonious, ovvero Ruby Rushton.

Ironside‘ è il lavoro più completo dei Ruby Rushton, fino ad oggi, ed è stato registrato in una sessione di 2 giorni, presso i leggendari Abbey Road Studios. 

Il suono fresco e ad alta energia del quartetto è radicato nei concetti spirituali di John Coltrane e Yusef Lateef, rendendo omaggio a The Headhunters e Weather Report, mentre ancora adotta influenze da hip hop, Afrobeat e dalla cultura underground britannica. 

“Ironside” – significa che qualcuno è “coraggioso e in possesso di grande forza fisica e mentale” e, così, riassume il viaggio del gruppo anglosassone, finora. Un viaggio personale, controcorrente, che ha richiesto a Tenderlonious l’impegno a fondare un’etichetta discografica, la 22a – nel 2013. A nessuno importava molto del jazz, nel 2011, quando è stato registrato il primo album dei Ruby Rushton (“Two For Joy”), quindi la piattaforma 22a veniva costruita con l’intento di dare una casa per gli amici ed i membri della… family.

Avanziamo rapidamente fino al 2019 e il panorama del jazz sembra molto più sano.

Ironside 

La title track dell’album racchiude il suo significato più di ogni altra traccia dell’album. Altamente tecnico e jazz , tenuto in mano dalla batteria di Tim Carnegie e dall’assolo di flauto solista di Tenderlonious. 

“The Return Of The Hero” annuisce in modo più esplicito al sempre presente eroe dei flauti Yusef Lateef, la danza rampante di “Eleven Grapes” costruisce un solco chiuso perpetuamente verso l’alto in spirali vertiginose, mentre “Triceratops / The Caller” evoca contributi alternati dalle pause campionate di 4 Hero, i battiti di J-Dilla e le chiavi cosmiche di Lonnie Liston Smith, che si fondono in una miscela perfetta e gioiosa. 

La solenne bellezza di “Prayer for Greenfell” è un memoriale rispettoso e dignitoso, adatto alla grandezza di molte vite rubate e “Pingwin” è dedicato a un altro eroe di Tenderlonious – la leggenda del jazz polacco Krzysztof Komeda.

La Band:

Edward Cawthorne (Tenderlonious): flute, soprano sax, synth, wah pedal, percussion 
Nick Walters: trumpet, percussion 
Aidan Shepherd: Fender Rhodes, Nord Stage, piano, bass synth 
Tim Carnegie: drums 

Lascia un tuo commento

Scopri di più da Jazz in Family

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading