Everything I Play Is Funky (1970) - Lou Donaldson

Tra i tanti album e la tanta musica che ascoltiamo Everything I play Is Funky di Lou Donaldson e la sua band è stato piacevole da risentire, anche se è un disco pubblicato nel lontano 1970. Nel periodo in cui l’America ed il mondo erano attraversati da una rivoluzione culturale, Donaldson, forse, stava proponendo una rivoluzione alternativa.

L’album venne registrato il 9 gennaio 1970 ai mitici studi di Rudy Van Gelder a Englewood Cliffs, New Jersey (Stati Uniti). In esso, Donaldson, consolida la sua proposta di musica realizzata con un sassofono elettrico. Il lavoro è introdotto, prima di tutto, da un brano che scaturisce dalla penna di Allen Toussaint e che sembra essere il giusto manifesto dello stile di Donaldson: “Everything I do Gonna Be Funky (from now)”. Quindi, la sezione ritmica è una base di funky e di R&B.

Segue un groove più sconvolgente e sconcertante, “Hamp’s Hump” contenente un assolo di chitarra di Melvyn Sparks. “Donkey Walk” è impreziosita dall’organo di Charles Earland. “Over the rainbow”, invece, è la cover della mitica canzone scritta da Harold Arlen che diviene ancor più bella e mielosa grazie all’organo Hammond B3, in questo caso, di Dr. Lonnie Smith. Ispira un fantasioso viaggio tra le strade festanti di una cittadina caraibica il pezzo “West indian daddy”, ritmo insistente e la tromba di Blue Mitchell. Infine, “Minor Bash” il pezzo più vicino al jazz più di ogni altro, chiude il sestetto di brani.

In conclusione, se qualcosa ci suona, o ci sembra, strano ricordiamoci che le rivoluzioni richiedono malleabilità. Soprattutto se vogliamo cambiare il mondo oltre le nostre cuffie.