“White Noise” è il nuovo album di Martin Wind

E’ uscito il 28 agosto, con l’etichetta tedesca Laika Records, “White Noise” il nuovo album del contrabbassista e compositore Martin Wind.
Originario di Flensburg, in Germania, da quasi 25 anni Wind si è affermato nella scena jazz di New York, dove vive e collabora con grandi artisti. Citiamo come esempio Pat Metheny, Sting, John Scofield, Toots Thielemans, Michael e Randy Brecker, Phil Woods, Hank Jones, Michel Legrand, Clark Terry, Slide Hampton, Vanguard Jazz Orchestra.

Wind è attivo sia come compositore che come strumentista, Ha pubblicato a suo nome 11 dischi, è autore e interprete di colonne sonore di celebri film ed è docente alla Facoltà di Jazz della New York University Steinhardt e alla Hofstra University di Long Island.           
Il precedente lavoro “Light Blue” (inciso con Anat Cohen, Ingrid Jensen, Maucha Adnet e Duduka DaFonseca) ha ricevuto le “four stars” su Downbeat Magazine. Paquito D’Rivera ha definito “disgustosamente bello” il suo disco del 2014 “Turn out the Stars – music written or inspired by Bill Evans” ed inciso in quartetto con Scott Robinson, Bill Cunliffe, Joe La Barbera, e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana.  

Su “White Noise”

Per la registrazione del suo nuovo lavoro “White Noise” – disponibile anche nei principali digital stores e su Spotify, Martin Wind ha fortemente voluto l’incontro con due icone del jazz europeoPhilip Catherine e Ack van Rooyen. Philip Catherineè considerato dai critici il chitarrista più autorevole d’Europa dopo John McLaughlin. L’olandese Ack van Rooyen ha un timbro caldo e morbido su flicorno e tromba da renderlo come un marchio di fabbrica.          

 

 

 

 

Il concept del nuovo album segue il noto principio del “less is more”: 

“Il silenzio è diventato sempre più un lusso, con “White Noise” ho voluto creare un polo acustico opposto. Una sorta di oasi sonora in cui il pubblico può rilassarsi e godere la musica fino alla sua massima espressione”.

I tre musicisti sono legati da una profonda amicizia, oltre che da una lunga collaborazione.

“Per me, Philip e Ack sono tra i più grandi artisti melodici che il jazz abbia mai avuto.
Entrambi fanno davvero cantare i loro strumenti, ed è ciò che voglio dimostrare con questo album.
 A 17 anni, l’album “The Viking” di Philip insieme al bassista danese Niels-Henning Ørsted Pedersen è stata una rivelazione e mi ha influenzato per decenni. Lavorare con lui mi è sembrata una vera e propria “ricongiunzione”, il suo sound per me risuona davvero familiare“. 

Il legame tra Wind e van Rooyen ha invece avuto origine nella Bundesjazzorchester (BuJazzO), dove si incontrarono come studente e insegnante.

Ack è ancora incredibilmente concentrato e riflessivo. In studio ogni sua singola nota è stata assolutamente perfetta. Con questo album ho voluto ricordare al pubblico la sua incredibile abilità e mostrare tutta la sua “divinità”, accanto ad una grande umiltà, dedizione alla musica e ad un raffinato senso dell’umorismo!”

La titletrack “White Noise” è stata scritta da Martin Wind per i suoi due compagni. Con raffinati effetti di riverbero e distorsione sulla sua Gibson vintage, Catherine riesce a dare a questa composizione un carattere fluttuante. Così commenta il grande chitarrista belga:

 “Il brano, così come l’intero album, trasmette messaggi musicali chiari: è onesto, trasparente e, grazie alla sua semplicità, molto efficace. Martin è la quintessenza del groove e dell’interplay. Trasmette una costante sensazione di vicinanza, sia a livello ritmico che melodico.”

“White Noise” è stato registrato in Belgio, a Mechelen, in una splendida atmosfera come ricorda van Rooyen:

Gli studi non sono il mio posto preferito dove esprimermi al meglio, ma grazie ad un eccellente sound engineer e al feeling che si è creato con Martin e Philip, mi sono sentito davvero a mio agio. Loro sono musicisti che non devono dimostrare più nulla, ma continuano a suonare come se dovessero.”

Nel disco sono presenti brani standard come la meravigliosamente swing “Everything I Love” (Cole Porter) o “But Beautiful” (Jimmy van Heusen/Johnny Burke). Nella tracklist del disco vi è la ballata di van Rooyen “Autumn Bugle”, così come altre due composizioni di Martin Wind:

The Dream“, dedicato al primo incontro con Pat Metheny nel 2003, dove hanno suonato per l’opening concert del festival “Jazz Baltica” di Kiel, e

A Genius and a Saint” dedicato al bassista Bob Bowen, amico e collega scomparso per un tragico incidente in bicicletta a New York City.

Brani dal contenuto biografico e molto personale, che hanno affascinato sia Catherine che Van Rooyen.     

Presentiamo Martin Wind   


Per quanti non lo conoscono, ecco una breve biografia artistica.

In Italia Martin Wind è stato ospite di molti festival. E’ stato nel trio della cantante e pianista Dena DeRose, con il pianista Bill Mays, nella band di Matt Wilson “Arts & Crafts” feat. Gary Versace e Ron Miles e con i pianisti Benny Green e Rita Marcotulli. Ha registrato due album con Massimo Morganti.  
Insieme a Rita Marcotulli e Matt Wilson ha inciso un pregiato disco in vinile “The Very Thought Of You – Remembering Dewey Redman” che ha presentato alla Casa del Jazz: una produzione dell’etichetta Go4 Records nata da una idea di Ancona Jazz. Di questo evento abbiamo scritto un articolo rileggibile a questo link.


E’ attivo anche in ambito classico, collaborando con diversi artisti tra cui il violoncellista e direttore d’orchestra Mstislav Rostopowitch, il violinista Guidon Kremer e i Christoph Eschenbach, Lalo Schifrin and Valery Gergiev. Negli ultimi 5 anni ha accompagnato grandi star mondiali, tra cui James Taylor, Aretha Franklin e Reneé Fleming, sul palco del prestigioso Kennedy Center Honors Galà.

CONTACTS
Ufficio Stampa Francia e Italia: Fiorenza Gherardi De Candei info@fiorenzagherardi.com – +39.328.1743236
www.fiorenzagherardi.com


Scopri di più da Jazz in Family

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un tuo commento

Scopri di più da Jazz in Family

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading