Terzo tempo: il post puntata dell’11 gennaio 2018

Terzo Tempo: il post puntata del 11/01/2018

Proponiamo per la seconda volta questo nuovo appuntamento che abbiamo immaginato e dedicato al Terzo Tempo del gioco del rugby. Il Terzo Tempo, per chi non ha avuto modo di saperlo prima d’ora, è il dopo partita, il momento in cui le due squadre trascorrono dei momenti di convivialità reciproca.

Noi, invece, lo utilizziamo per fornire una serie di “servizi”, di ulteriori informazioni o dettagli, a beneficio di chi ha ascoltato la puntata in diretta, ma anche a chi s’è le persa. Prima di entrare nello specifico, elenchiamoli sinteticamente:

T’incuriosisce leggere la presentazione della puntata?


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  1. Il podcast
  2. La lista dei brani proposti
  3. La mini-recensione/commento su alcuni album
  4. Il commento alla TOP JAZZ ALBUM

I fatidici 60 minuti, in certe occasioni, sembrano essere pochi per tutta la serie di attività di Jazz in Family. C’è poi il fatto che alcuni di voi ci chiedono chiarimenti o dettagli su alcuni brani musicali della puntata, ad esempio un titolo non italiano. Altro esempio, il vostro chiedere informazioni sulle rubriche come la TOP JAZZ ALBUM. Aggiungiamo anche la possibilità di creare una vetrina per quelle uscite discografiche mai inserite nel programma, ma altrettanto belle da far conoscere. Insomma, la lista dei motivi può essere corposa.

Il podcast

Questa settimana, partiamo dal player automatico per l’ascolto del podcast. Se avete voglia solo di leggere, potete subito bloccarlo senza arrivare al termine dell’articolo. Cosa che ad alcuni, può dare fastidio.

La Playlist

# Titolo Artista/Gruppo Album
1 Samba De Orly Eliane Elias Dance Of Time
2 Integrity Kamasi Washington Harmony of Difference
3 Stato di ebbrezza Marco Tuma La vita semplice
4 Domingo’s Waltz Massimo Manzi Trio, Echae Kang Excursion
5 Funktown Paolo Palopoli, Sergio Forlani Back on the Ground
6 Superboogie Magnus Lindgren Stockholm Underground
7 Fats Flats Sam Taylor Quartet Along The Way
8 Eastern Dance Roberto Righetto Quartet Dimora
9 Running Late Sidewalk Cat 5et Unfit
10 The Party’s Over Van Morrison Versatile
11 Yesterdays Sergio Armaroli Quintet To Play Standard(s) Amnesia

Nella playlist della puntata

Ci piace segnalare ed evidenziare:

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Sergio Armaroli Quintet with Billy Lester – To play to Standard(s) Amnesia

In questi ultimi tempi, Sergio Armaroli è presente, in vari modi, nelle attività che realizziamo. Ciò è stato possibile per la sua collaborazione con Alvin Curran, Giancarlo Schiaffini e Alipio Carvalho Neto nel cd “From The Alvin Curran Fakebook” (disco presente sia in precedenti appuntamenti radiofonici che nella TOP JAZZ ALBUM). Ora, siamo lieti di ascoltarlo e presentare come bandleader di un quintetto che realizza un cd con il titolo di cui sopra.

Sergio Armaroli, per chi non lo conosce, è un personaggio attivo in varie discipline artistiche. La sua predilizione è, però, la musica e nello specifico il jazz. Sommariamente, è possibile apprezzarlo come poeta, pittore e “attore musicale”.

Ma focalizziamoci sul disco. Non è certamente il primo ma e l’ennesimo di una lunga serie ricca di composizioni inedite. In questa occasione, Armaroli  ha scelto di realizzare un disco, congiuntamente al pianista americano Billy Lester,  esclusivamente con standard classici del jazz americano.

Il lavoro realizzato sui vari brani è stato intenso e ci offre momenti di rara poetica musicale, senza mai sfociare in eccessi ritmici o “momenti sonnolenti”. Per meglio spiegare il lavoro svolto riportiamo un pensiero di Lester, presente nella Liner Note: “Solitamente parto da uno standard, lo riarmonizzo, inverto gli accordi, lo rielaboro in modo che non suoni più come l’originale ma come la mia personale interpretazione. Successivamente sviluppo nuovo materiale tematico e do vita ad una composizione originale, mia”.

Questa, invece, la formazione dei musicisti: Sergio Armaroli – vibes; Billy Lester – piano; Claudio Guida – sax; Marcello Testa – double bass; Nicola Stranieri – drums.

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Paolo Palopoli e Sergio Forlani – Back on the Ground

Dopo alcuni anni di esperienze musicali… da separati in casa, il duo campano composto dal chitarrista Paolo Palopoli e il pianista Sergio Forlani si ricompone e ci regala un nuovo album, differente rispetto alle precedenti produzioni discografiche, dove si dava risalto a musicalità etno-world. Puntualizziamo su quel “separati in casa”: l’amicizia tra i due musicisti non è mai stata in discussione, ci riferiamo solo alle differenti esperienze artistiche intraprese negli ultimi tempi.

Back on the Ground non segna solo il ritorno insieme ma segna il ritorno a quei suoni che sono più vicini e cari a Palopoli e Forlani. Se siete amanti del Benson anni ’70/’80, Yellowjackets, della sezione fiati in stile Earth Wind & Fire, ebbene, qui trovate il giusto equilibrio fuso con un jazz, cantato e strumentale, più tradizionale. Le origini mediterranee non vengono tradite e, anzi, si fondono con i differenti sound acquisiti nel frattempo dalle esperienze solistiche.

Compongono la squadra del disco: Emilia Zamuner alla voce; Paolo Palopoli alla chitarra; Sergio Forlani al piano;  Daniele Scannapieco al Sax e Gianfranco Campagnoli alla Tromba;  il trombone di Raffaele Carotenuto; il sassofono di Rocco Di Maiolo;  Salvatore Zannella alle percussioni; due sezioni ritmiche: la prima formata dal noto Aldo Vigorito al Contrabbasso ed Enrico Del Gaudio alla batteria e la seconda formata da Salvatore Ponte al Contrabbasso e Domenico Benvenuto alla batteria.

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Roberto Righetto Quintet – Dimora

Roberto Righetto è un chitarrista veneto, padovano per la precisione, attivo da diversi anni e con diverse collaborazioni con importanti nomi del jazz nostrano. Righetto mette su un album dal titolo Dimora e che è il seguito del fortunato album del 2015 “Nautilus”. Egliriunis ce la stessa formazione di tre anni fa, vale a dire: MARCO STRANO, Sax – MATTIA MAGATELLI, Double Bass – MARCO CAMPIGOTTO, Drums.

L’album contiene otto brani inediti e composti dallo stesso Righetto, fatta eccezione per “Parlami d’amore Mariù” di Neri/Bixio.

Tra tutti abbiamo preferito farvi ascoltare l’inedito è coinvolgente Eastern Dance, il più ritmato e solare dei brani. La liner note del disco sintetizza bene un lavoro che in sostanza è di nostro gradimento, suggeriamo solo di abbandonare un poco… “l’umore nebbioso” forse dovuto alla residenza padana.

“Il disco alterna arrangiamenti minimali, perfetti nella loro semplicità, a struggenti melodie che esaltano la sensibilità artistica del band leader, autore della maggior parte dei brani del disco. Musiche facilmente associabili alle colonne sonore cinematografiche che a volte si mescolano con le melodie tipiche della musica mediorientale. In questo contesto, dunque, la chitarra di Righetto non primeggia mai sul resto della band, rimanendo al servizio della composizione e instaurando un ottimo interplay con gli altri musicisti. Il sassofono di Strano, invece, impreziosisce i brani del disco grazie a delle melodie incisive e pregne di lirisimo, mentre la sessione ritmica di Campigotto e Magatelli crea sempre il giusto tappeto per l’evoluzione del brano. In sintesi Dimora è un disco melodico, immediato e dal sapore un po’ malinconico dove la cantabilità ed il lirismo diventano i veri protagonisti.” Complimenti, complimenti sinceri anche al Roberto Righetto Quintet.

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Massimo Manzi Trio with Echae Kang – Excursion

Come ormai tutti sapete l’avvicinamento al jazz, di noi tutti di Jazz in Family, è un fatto recente, appena due anni. Solo lo scorso anno abbiamo conosciuto il sassofonista Felice Clemente, nostro ospite in una puntata primaverile, e tramite lui abbiamo ascoltato, per la prima volta, Massimo Manzi, … solo allora. Con il passare delle settimane abbiamo iniziato a seguirlo anche tramite il social network di Facebook, l’apprezzamento positivo verso l’uomo è cresciuto di pari passo con quello artistico.

Ora, eccoci a poterlo ascoltare come leader di una formazione jazzistica e come autore della maggior parte dei brani di questo cd dal titolo “Excursion”.  ​Il cd comprende un bouquet di 9 brani, 5 inediti a firma di Domingo Muzietti (chitarra) e Massimo Giovannini (basso), ai quali si affianca il violino e la voce della sudcoreana Echae Kang. D’altronde, uno abituato a suonare con il meglio del jazz mondiale non poteva scegliere una special guest di minor spessore. Le 4 cover sono di pezzi standard famosi (Just the two of us)  e di importanti jazzisti stranieri (Three views of a secret di J. Pastorious e Out of Nowhere di Green ed Heyman) e italiani (L’Altalena di Alfredo Impullitti – da (ri)scoprire). Manzi, in questo disco, sembra essere un gregario: accompagna, lascia fare, non primeggia come una Primadonna o come un “Barone”, lui può permetterselo, lui è un Leader. Non conosciamo l’album precedente, pare realizzato dieci anni fà, ma ci proponiamo di ascoltarlo. In trasmissione ve l’abbiamo suonato con Domingo’s Waltz ma voi andate ad ascoltare con tutti i brani.

Uno sguardo alla TOP JAZZ ALBUM della settimana

A proposito di Massimo Manzi, dimenticavamo di dirvi: il numero Uno della TOP JAZZ ALBUM questa settimana è “Excursion”.

Partendo dal basso, questa settimana registriamo subito due nuovi ingressi: il Sergio Armaroli Quintet fà da sponda virtuale ad Alvin Curran (10.a e 7.a posizione) mentre i Ranky Tanky, formazione statunitense, si presentano al nostro pubblico. La musica dei Ranky Tanky è un mix di gospel, jazz ed R&B. Tenteremo di approfondire la loro conoscenza e di farveli conoscere meglio.

Per gli amanti degli Standard, oltre al quintetto di Armaroli, possono godersi gli album di Scott Bradlee, ed i suoi Postmodern Jukebox, e quello di Seal. Altra interessante presenza è quella di Danny Janklow che suggeriamo come ascolto prima di un mostro sacro della musica internazionale: Van Morrison. Rispettiamo Sir George e promuoviamo la giovane scoperta di Wynton Marsalis.

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Per ora… cose belle a tutti voi e… al prossimo appuntamento.

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