La puntata del 25 ottobre 2018 #105: TERZO TEMPO

La puntata del 25 ottobre è stata, quasi, una puntata di… riflessione. Diciamo questo perché siamo stati un pò più “arcigni” nel presentare nuovi dischi, sopratutto, di jazz italiano. Una sorta di stasi pubblicativa, temporanea, da parte delle case editrici che ci ha permesso di anticipare qualche notizia futura su alcuni artisti, o di riascoltare degli altri con un pò di attenzione. 

Eccovi, in poche parole, una sintesi di questo nuovo podcast che potete ascoltare e riascoltare quando vi risulta più comodo. Non dimenticate, però, di ascoltarlo. Non rinviate troppo spesso. Se volete essere aggiornati sulla prossima uscita, quella della prossima settimana, potete attivare la campanella delle notifiche push. Un discreto e semplice avviso vi raggiungerà sul vostro pc o smartphone.

La copertina del podcast di questa settimana è a firma di Eric Bowman, artista californiano nato nel 1960 a Pasadena. Bowman è autore di innumerevoli opere d’arte appartenenti allo stile dell’impressionismo. I suoi dipinti sono presenti in collezioni private e aziendali negli Stati Uniti e in Inghilterra, Cina, Australia, Canada e Messico. Potete conoscerlo meglio visitando il suo sito web: ericbowman.com.  

Questa settimana:

  1. Il podcast
  2. La lista dei brani presentati
  3. Il mini commento su alcuni album

Podcast

Ecco il player settimanale del podcast. Rilassatevi e buon Ascolto!

La Playlist

TitoloArtista/GruppoAlbum
Free, White and 21Ambrose AkinmusireOrigami Harvest
Jam on ThisPaul HardcastlePaul Hardcastle 8
Dang SwingJohn ScofieldCombo 66
FiatButcher BrownCamden Session
African MarketplaceRoberto OttavianoEternal Love
HydraAngelo MastronardiNew Things, Same Words
Five GenerationsDino & Franco Piana Ensemble, Fabrizio Bosso, Max Ionata, Ferruccio Corsi, Lorenzo Corsi, Enrico Pieranunzi, Giuseppe Bassi, Roberto GattoSeasons
Your SmileDino & Franco Piana Septet, Giuseppe Bassi, Franco Piana, Luca Mannutza, Roberto GattoSeven
SolePaolo Carrus New EnsembleEchi

Nella playlist della puntata

Ci piace segnalare ed evidenziare:

(cliccando sulle cover degli album verrai reindirizzato al loro ascolto su una piattaforma di streaming) 

Eternal Love - Roberto Ottaviano
Eternal Love - Roberto Ottaviano

Roberto Ottaviano è un musicista con la folta barba bianca e lunga, come quella di Babbo Natale. Gli appassionati e i fan sanno che stiamo proponendo un immagine fisica sbagliata di Ottaviano. In realtà vogliamo paragonare la sua esperienza musicale a quella del personaggio di fantasia per sottolineare la sua lunga e riconosciuta carriera artistica. Ad essa, però, oggi si aggiunge anche lo spirito che ha spinto il sassofonista a licenziare questo nuovo lavoro discografico. Scusate se scomodiamo Babbo Natale, ma ormai mancano meno di due mesi e non siamo certamente i primi a parlare già del Natale.

Il nuovo lavoro prende spunto da un incontro che Roberto Ottaviano ha avuto con il giornalista, scrittore e musicista camerunense Françis Bebey. Un incontro avvenuto mentre il camerunense suonava il suo strumento: la Mbira. Uno strumento strano e bizzaro di cui postiamo un video trovato su You Tube. 

Bebey presentava il suo strumento a Ottaviano lasciando risuonare al suo interno dei frammenti di ossa come dei sonagli, ed amava dire che quello era il suono dei morti che non sono morti, nel senso che non ci abbandonano ma anzi ci guidano nel peregrinaggio della nostra esistenza. Nella cosmogonia Africana questo è l’Eternal Love. 

Conoscere questa premessa, inizia a farci immaginare e capire che questo è un disco che và oltre la musica. Siamo di fronte ad un disco mistico con il quale Ottaviano forza la mano per dare il suo personale contributo, da  uomo di cultura, ad una società in evidente crisi d’identità. 

Di suo pugno, nelle note di presentazione, egli scrive: È la prima volta che sento il bisogno di un “bagno mistico” in cui il Jazz si fa infine Musica Totale, ma sopratutto travalica l’idea fine a sè stessa di fare musica, per scavare a fondo nel nostro ego e per capire se esiste un “noi” universale da cui ripartire». 

Noi pensiamo che già la copertina sia un pugno allo stomaco contro certi modi di pensare ed agire di certe fette di popolazione del decadente occidente. Le composizioni presenti nel disco sono 9 di cui due a firma di Ottaviano (Questionable 2 e Eternal Love), equilibrati e delicati incontri di stili musicali esotici e tradizionali. Il disco si apre con un tradizionale africano (Uhuru) ed un brano di Abdullah Ibrahim (African Marketplace) con il quale abbiamo presentato il disco in trasmissione. 

Completano il lavoro alcuni brani di diversi autori più o meno noti: Chairman Mao by Charlie Haden, Mushi Mushi  by Dewey Redman, Oasis  by Elton Dean, Your Lady by John Coltrane, Until the rain comes by Don Cherry.

Il risultato è un lavoro di grande respiro musicale e culturale. Certamente non l’unico che stiamo ascoltando in questi tempi ma uno di quelli che fan ben sperare in un futuro migliore.

New Things, Same Words - Angelo Mastronardi

Questo è un disco pubblicato nei primi giorni del 2017, quindi non fresco di stampa. Nè parliamo per una lunga seria di motivi. Oltre al nostro solito breve commento, vogliamo far emergere, una volta tanto, un disco un pò datato per motivarvi alla scoperta di un ricco patrimonio culturale e musicale che il jazz possiede ma che raramente viene evidenziato e facilmente dimenticato. Inoltre, l'autore, Angelo Mastronardi, da noi contattato, ci ha, gentilmente, fornito delle anticipazioni su un suo prossimo lavoro discografico. Mastronardi ci ha rivelato che stà lavorando ad un nuovo disco in trio (piano, batteria e contrabbasso) e molto più elettronico, grazie all'utilizzo di strumentazioni come il synt o le fender rhodes. La struttura musicale, invece, dovrebbe subire il fascino di influenze nu-soul ed R&B.

Mentre il talentuoso pianista pugliese incide e masterizza il suo terzo lavoro in studio, noi andiamo a riascoltare i precedenti lavori. Partiamo con questo e, speriamo di riprendere, anche il suo primo disco: Like at The Beginning.

Partiamo con il presentare la formazione, composta da 4 elementi: Angelo Mastronardi: pianoforte, Fender Rhodes; Emanuele Coluccia: sax tenore, sax soprano; Stefano Rielli: contrabbasso; Alessandro Semprevivo: batteria.

I brani che compongono il disco sono sette e sono tutte a firma di Mastronardi, eccezion fatta per “Tere”, quest’ultimo composto da Emanuele Coluccia. 

Sotto l’aspetto musicale siamo di fronte ad un disco dove emergono sostanziali legami con le tradizioni del jazz. Le melodie e i ritmi, d’altro canto, rendono fluide e moderne le composizioni, esaltando le improvvisazioni dei singoli. Gli assoli e/o improvvisazioni dei singoli son ben sostenuti dal gruppo, che dimostra competenza e studio delle parti. Il leader non si esime dal mostrare le sue virtù ma lascia un adeguato spazio ai compartecipanti. Brillante la partecipazione di Coluccia e, di alta qualità, i ritmi di Rielli e Semprevivo.

Questa settimana la nostra TOP JAZZ ALBUM propone, per la vostra decisione di voto, due campioni del jazz mondiale e un talentuoso chitarrista e compositore italiano. A chi darete la vostra preferenza?

Vi aspettiamo in tanti sulla TOP JAZZ ALBUM. Sopratutto condividete con tutti i vostri amici questa simpatica possibilità di diffusione della musica jazz.


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