If i were a bell

If I were a bell (Relaxin’ with The Miles Davis Quintet -1958)

Il brano “If I Were a bell” si apre con Miles Davis che pronuncia questa frase: “I’ll play it and tell you what it is later”

Siamo in piena esplosione per Miles Davis, che con la morte di Charlie Parker avvenuta nel ’55, si emancipa ancor di più, imponendosi nella scena jazzistica. Lo fa con il Miles Davis Quintet che annovera musicisti in voga e giovani talenti. Red Garland al pianoforte, Paul Chambers al contrabbasso e Philly Jo Jones alla batteria saranno una sezione ritmica che lavorerà tantissimo sia con Davis che con tanti altri artisti, accompagnando e sostenendo il jazz magistralmente, nonchè lavorando al fianco e per quel giovane John Coltrane che compare proprio in questo brano.

Giovane si fa per dire: solo pochi mesi di anzianità in più per Miles Davis, che come Coltrane è nato nel 1926, ma che in quegli anni ha già una posizione di rilievo nella scenza jazzistica. Il sassofonista invece, tornato dal militare e da esperienze musicali con Heath, Gillespie e Ellington, entra in punta di piedi, anche a causa della dipendenza dalla droga che in quegli anni lo rende inaffidabile a tal punto da essere sempre licenziato e osteggiato da tutti.

Coltrane nei primi anni della sua carriera non se l’è passata bene, a causa dei suoi vizi. Nel tempo si è ripulito e ha poi dato vita a tante perle musicali. Il talento uscì fuori anche negli anni della dipendenza. Noi pensiamo che, a dispetto di quanti credono o dicono che i grandi con la droga sono ugualmente grandi, da pulito, Coltrane, ha servito di più e meglio la musica.

L’analisi del brano

Tornando all’analisi del brano, “If I were a bell” si apre con un intro di pianoforte e il tema affidato alla tromba di Miles Davis. Davis prosegue col primo solo, poi Coltrane e poi Garland.
Il solo di Miles Davis procede col suo affascinante lirismo, col suo suono di sordina inconfondibile che crea melodie e prepara bene il tappeto per il prossimo solista (capacità rara e fra le tante, anche questa posseduta dal grande trombettista).

E’ la volta di Coltrane: entrando su uno stop irrompe col suo suono di sax pieno e melodioso, in quegli anni non molto gradito. Si preferivano infatti suoni più sinuosi e usuali in produzioni orchestrali e “pop”, tanto al tenore che al contralto.

Il giovane Coltrane qui ha un fraseggio molto mainstream, esegue frasi melodiche e molto oculate, a tratti anche rarefatte. Nel suo percorso, annoveriamo gli anni dell’esordio, rappresentati anche in questo brano, con gli anni grezzi, dove i germi di certe sonorità si accennano e si sentono appena. E’ infatti in questo solo che una frase “inusuale” dai suoni quartali e pentatonici, irrompe anticipando di anni quello che saranno le sperimentazioni tecniche e armoniche sviluppate poi grazie ai fortunati incontri del sassofonista e allo sviluppo proficuo del suo talento. Sui 3 minuti e 20 secondi, circa, si sentirà l’irruzione della frase musicale del solo di Coltrane cui mi riferisco.

Talento innato

Un esempio, a mio avviso, di come Coltrane, e anche tanti altri, hanno il destino segnato e che il talento ha sempre albergato in determinate persone:  bisogna solo trovare le chiavi giuste dei lucchetti che apriranno le porte giuste.

Voglio credere che Coltrane, che immagino come una persona profonda ma non per questo noiosa, abbia avuto tutto chiaro. Credo che negli anni si sia divertito a dare dei flash del suo talento con piena consapevolezza di dove stava andando. Nel solo ascoltiamo, oltre ad un Coltrane esplorativo e che scalpita per esprimere i propri contenuti, una sezione ritmica compatta che, con alcune incursioni di interplay ritmico, confermano a pieno titolo la loro presenza fra i grandi musicisti dell’epoca, anche come accompagnatori.

Relaxin’ with The Miles Davis Quintet

Il brano è tratto da un grande disco, che fa parte di una serie di bellissime produzioni del Miles Davis Quintet. Il titolo dell’album è  “Relaxin’ with the Miles Davis Quintet” e contiene sei belle tracce, alcune più vicine al bop ed altre con ballate di grande delicatezza e gusto.

If i were a bell

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