Gadabout Season – Brandee Younger: l’arpa di Alice Coltrane rinasce

Gadabout Season – Brandee Younger

Etichetta discografica: Impulse! Records

Data di uscita: 13 giugno 2025

Immagina che Herbie Hancock si sieda al piano, sorride e cominci a raccontarti una storia. Non inizia con “C’era una volta”, ma con un groove. Ecco, “Gadabout Season” è quel groove, ed è Brandee Younger che ci accompagna in un viaggio cosmico tra passato e futuro, radici e visioni, arpa e afrofuturismo.

Origini di un’idea: la scintilla chiamata “Gadabout”

Il cuore pulsante di questo album nasce in modo tanto semplice quanto rivelatore: una newsletter quotidiana, una parola del giorno. “Gadabout”: termine che descrive una persona sempre in giro, alla ricerca del piacere, della leggerezza, dell’inaspettato. Una parola che si è insinuata come un seme creativo mentre Brandee Younger era in tour con il bassista Rashaan Carter e il batterista Allan Mednard. Da subito, quel termine è diventato il filo conduttore del viaggio, del tour, e poi dell’album.

Mentre il trio attraversava città, club, chilometri e nuove scoperte, la parola “gadabout” ha cominciato a descrivere la loro stessa esperienza: inseguire la gioia, l’arte, il gusto, la musica, senza una direzione imposta ma con una fame autentica di vita. Per Brandee, reduce da un periodo di sfide personali, questo concetto ha preso forma come un mantra: nonostante tutto, cercare la luce. In quella parola ha trovato non solo una descrizione ma un obiettivo, un suono da raggiungere.

Un’eredità sacra: l’arpa di Alice Coltrane

Ma c’è un altro elemento, più potente ancora, che alimenta lo spirito di “Gadabout Season”: lo strumento stesso. Brandee Younger ha registrato questo disco suonando l’arpa appartenuta ad Alice Coltrane. Non un’imitazione, non un tributo, ma un passaggio di torcia. Dopo un meticoloso restauro finanziato e promosso da Impulse! Records nell’ambito de “L’Anno di Alice”, Younger è diventata la custode di quell’arpa iconica.

All’inizio, racconta l’artista, era come suonare un relitto sacro: potente, quasi ingombrante da quanto ricco di spirito. C’è voluto tempo prima di sentirla come sua. Ma a poco a poco, tra le sue mani, quello strumento ha cominciato a vibrare in una nuova lingua: quella di Brandee. “Dovevo diventare una cosa sola con lei”, afferma. E in questo album, quella fusione è compiuta.

Un processo creativo lento, intimo, trasformativo

Gadabout Season non è nato in uno studio glamour di Los Angeles. Ha preso vita nella tranquillità di una baita nello stato di New York, dove Brandee ha composto la maggior parte del materiale in solitudine. Lontana da distrazioni, cullata solo dal silenzio, dal canto degli uccelli e dalla luce delle stelle. Un ambiente che ha consentito di scavare a fondo, non solo nella scrittura, ma in se stessa.

Poi, nella seconda camera del suo appartamento ad Harlem, Rashaan Carter ha allestito uno studio casalingo. Nessuna pressione da orologio, nessun “uno e via”. Il processo è stato lento, intenzionale. Dopo ogni sessione, il trio sperimentava, improvvisava, lasciava sedimentare. Da questo laboratorio domestico sono nati brani come “Reckoning”, “Discernment” e “End Means”, che suonano più come tappe interiori che semplici canzoni.

Un viaggio in molte voci

Il jazz non ha fretta, e a volte non e’ puntuale!

L’album che stiamo presentando si farà vivo, qui, il

13 giugno 2025

accompagnato da un player audio pronto a far vibrare l’aria.

Preparatevi a lasciarvi trasportare dalle sue note!

L’album si arricchisce di presenze illustri e complicità artistiche profonde. Joel Ross col suo vibrafono illumina la title track, mentre Makaya McCraven cesella percussioni ipnotiche. Shabaka, con il suo flauto e il clarinetto, aggiunge quel tocco rituale e sognante. Courtney Bryan, pianista e compositrice, eleva “Surrender” a brano spirituale e catartico. Un gospel sofisticato, evocativo della cerimonia e della rinascita.

Ogni ospite non è un cameo, ma un tassello di un disegno più grande. Un tessuto sonoro afrofuturista, come lo definisce Carter: fatto di texture elettroniche, arpeggi estesi, e un groove profondo, che sembra provenire da una stazione cosmica.

Il futuro è una stagione

“Gadabout Season” è molto più che un nuovo album jazz. È una dichiarazione. È un’esperienza sonora, personale, eppure collettiva. È Alice Coltrane che passa il testimone, è Brandee Younger che lo raccoglie e lo porta altrove. È un disco che non si può solo ascoltare: va vissuto.

In uscita il 13 giugno 2025 per Impulse! Records, promette di diventare un riferimento per il jazz contemporaneo, per chi cerca bellezza nel mezzo del caos, e per chi, come Brandee, sceglie di essere sempre in movimento. Un vero gadabout dello spirito.

Tracklist:

  1. Reckoning [2:05]
  2. End Means Feat. Shabaka [4:12]
  3. Gadabout Season [4:45]
  4. Breaking Point [2:43]
  5. Reflection Eternal [2:18]
  6. New Pinnacle [4:49]
  7. Surrender Feat. Courtney Bryan [5:26]
  8. BBL [4:55]
  9. Unswept Corners Feat. NIIA [4:34]
  10. Discernment Feat. Josh Johnson [6:51]
Gadabaout Season - Brandee Younger

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