Uno dei più noti contrabbassisti dei nostri giorni pubblica il suo 16esimo album in studio.
Il Master of Jazz John Patitucci ci regala un nuovo disco con il quale esprime tutta la sua anima ed esalta l’espressività delle melodie.
Il rumore del legno, le dite che strofinano le corde, un improvviso sospiro, esaltano le note suonate da sole con il singolo strumento. Sembra impossibile ma, con gente come Patitucci, il contrabbasso, da solo, può esprimere tanto.
Fanno eccezione al “monologo” poetico del contrabbasso alcune incisioni. Molto intensa è Allemande di Bach, dove il basso s’incrocia con la chitarra. Suonano come delle sveglie, per farci ritornare con i piedi per terra ed uscire da questo breve sogno, i due brani Seeds of Change Reprise e, sopratutto, The Call, quest’ultima con la batteria di Nate Smith. Nota a parte per Sarab, unico brano dove sono presenti anche dei contributi vocali grazie a Grace e Sachi Patitucci – rispettivamente figlia e moglie.
Ancora un bel disco, secondo noi, per l’ennesimo musicista, nella storia del jazz, di origine italiana.