Le immagini più che indirizzarci verso un “Richiamo Ancestrale” sembrano quelle di uno Jedi spuntato dalla saga di “Guerre Stellari”.
In realtà, il pluripremiato trombettista, compositore e produttore jazz, tira fuori un disco che, veramente, si rifà a suoni ancestrali e che risalgono a quei ritmi che furono dei popoli africani prima della diaspora forzata dei secoli scorsi. Il progetto continua con l’inserire i ritmi dei Caraibi e di New Orleans, montandoli l’uno dentro l’altro.
Il suo obiettivo principale nel fare “Ancestral Recall” è stato quello di ricordare agli ascoltatori che le tradizioni musicali incentrate sul ritmo (in particolare le tradizioni africane e native americane) hanno più sfumature e complessità di quelle costruite primariamente intorno all’armonia (leggi: europea).